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domenica 23 giugno 2019

RECENSIONE | IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI di Vanessa Diffenbaugh


Titolo: Il linguaggio segreto dei fiori
 
Autore: Vanessa Diffenbaugh
 
Genere: Narrativa
 
Editore: Garzanti
 
Pagine: 359
 
Anno edizione: 2011

Il linguaggio segreto dei fiori è stato un vero e proprio fenomeno editoriale senza precedenti. Quando è stato inviato alle principali case editrici mondiali nel 2010, si sono susseguite una serie di aste interminabili, durante le quali si è lottato senza esclusione di colpi per ottenerne i diritti. In Italia l'ha spuntata la casa editrice Garzanti, che l'ha pubblicato l'anno seguente con quattro copertine, ognuna con un fiore dal significato diverso: la rosa per l'eleganza, la camomilla per la forza nelle difficoltà, la gerbera per l'allegria e la buganvillea per la passione.
Io l'ho acquistato alcuni anni dopo ad un mercatino dell'usato, più che altro attirata dal prezzo irrisorio e dal ricordo del recente successo. E' stato in libreria ad accumulare polvere per altri anni, prima di pretendere di essere letto quest'anno quando i fiori hanno iniziato a colorare i nostri prati e i nostri cuori.

Victoria è una ragazza di 18 anni dalla personalità complessa. E' un'anima solitaria, il contatto fisico la spaventa e non crede nell'amore degli altri, ma soprattutto non crede in quello che lei stessa può dare. Abbandonata in culla e sballottata da una comunità all'altra, ha vissuto un'infanzia molto dolorosa, che l'ha portata a maturare sentimenti quali diffidenza, paura e sfiducia. L'unica cosa che la fa sentire al sicuro e che le addolcisce il cuore sono i fiori, con i quali cerca di comunicare agli altri le sue emozioni.
Dignità. Era quello il messaggio che volevo dare. Voltai le spalle allo specchio ad angolo sopra la porta del negozio, infilai i fiori sotto la giacca e mi misi a correre.
Quando arrivai alla comunità, ero senza fiato. Il soggiorno era vuoto. Entrai e tolsi le dalie dall'involucro. Erano perfette: strati di petali viola con i margini bianchi si dispiegavano dal centro dei fiori. Strappai con i denti l'elastico che li teneva uniti e liberai gli steli. Le ragazze non avrebbero capito il significato delle dalie, un criptico messaggio di incoraggiamento, eppure provai una sconosciuta sensazione di leggerezza mentre percorrevo il lungo corridoio e facevo scivolare un gambo sotto la porta chiusa di ogni stanza.”
Con la maggiore età, dopo aver lasciato l'ultima casa d'accoglienza, si ritrova da sola e senza un posto dove andare. I fiori sono la sua casa... e allora perché non cercare rifugio proprio tra i suoi amati fiori? Si reca quindi al parco pubblico di Portrero Hill di San Francisco, dove vive per un po' di tempo circondata dal calore dei fiori che lei stessa pianta e cura.
Sfiancata dai morsi della fame e consapevole del fatto che non può continuare a vivere come una barbona, si propone come aiutante presso un negozio di fiori della zona. Grazie al suo talento riesce sin da subito a conquistare la fiducia della proprietaria, Renata, una donna di poche parole ma generosa e onesta. Pian piano Victoria diventerà una fioraia molto richiesta e stimata. I suoi fiori sono messaggi scelti con cura per risolvere problemi coniugali, curare ferite dell'anima e donare felicità. Lei però non è felice, perché nel suo cuore si annida una colpa che verrà a galla quando nella sua vita irromperà Grant, un ragazzo venuto dal passato che, come lei, conosce il linguaggio segreto dei fiori.

Un'infanzia difficile

Il romanzo è strutturato per capitoli che alternano presente e passato, in un susseguirsi di parallelismi ben studiati, che si ricongiungeranno solo alla fine. Nel presente Victoria è dunque una giovane fioraia alle prese con le sue lotte interiori, mentre nel passato è una bambina di 9 anni che viene affidata ad una potenziale mamma adottiva: Elizabeth.
Victoria non si fida di lei. Pensa che andrà a finire come le altre volte e, temendo di ricevere maltrattamento, si comporta a sua volta con aggressività, ma Elizabeth non è come gli altri. La donna non si lascia intimorire dall'ostilità della bambina, perché comprende bene da dove proviene la sua durezza. A piccoli passi riuscirà a sbaragliare le paure di Victoria, dimostrandole che il suo affetto è sincero, e sarà proprio lei a trasmetterle anche l'amore per i fiori.
Indicai i fiori con un dito. “Non puoi avvelenarmi né darmi medicine che non voglio prendere né picchiarmi, anche se me lo merito. E' scritto nel regolamento.” Le lanciai uno sguardo fulminante mentre lo dicevo e sperai che cogliesse la minaccia nelle mie parole. Avevo denunciato varie persone per avermi solo sculacciato.
Se stessi tentando di avvelenarti, ti darei digitali purpuree oppure ortensie, o forse anemoni, secondo il grado di sofferenza che volessi infliggerti e il messaggio che cercassi di comunicare.”
La curiosità superò la mia avversione per le conversazioni. Di cosa stai parlando?
Questi fiori sono stellarie”, disse, “e significano benvenuta. Offrendoti un mazzo di stellarie ti sto dando il benvenuto nella mia casa e nella mia vita.

Elizabeth e Victoria sono felici insieme e tutto sembra andare nel verso giusto, ma dopo dieci anni la ragazza è sola.

Perché Elizabeth è non è più con lei?

Per buona parte del romanzo, è questa la domanda che mi sono posta. Il desiderio di sapere perché Victoria ed Elizabeth non sono insieme nel presente è stato uno dei motori che mi hanno spinta a girare le pagine. Non è stata una lettura incalzante, al contrario, l'ho trovata un po' lenta, ma non pesante. Uno dei punti di forza di questo romanzo è, secondo me, l'intensità dei sentimenti descritti da Vanessa Diffenbaugh con la perizia di chi quelle emozioni le conosce bene. L'altro è sicuramente tutto quello che gira intorno al linguaggio dei fiori, un argomento che mi ha affascinata e interessata moltissimo. Leggendo questo libro, viene naturale il desiderio di saperne di più.

Mamme con la “M” maiuscola

Il personaggio di Elizabeth è sicuramente uno dei personaggi più belli che abbia mai letto. Forte e dolce al tempo stesso, è una donna nata per essere Mamma.

Elizabeth mi portò in cucina senza chiedermi perché piangessi. Si sedette su una sedia di legno e mi prese in braccio con un gesto impacciato. Stavo per compiere dieci anni. Ero troppo grande per sedermi sulle sue ginocchia, troppo grande per essere adottata da un'altra famiglia. D'un tratto provai il terrore di tornare in una comunità […] Affondai la faccia sul collo di Elizabeth e singhiozzai senza riuscire a smettere. Lei mi strinse fra le braccia. Aspettavo che mi dicesse di calmarmi, ma non lo fece. Passarono i minuti. Suonò il timer del forno, ma Elizabeth non si mosse. Quando finalmente alzai la testa, la cucina era satura del profumo di cioccolato. Elizabeth aveva preparato un soufflé per festeggiare l'arrivo della primavera e l'aroma era dolce e intenso. Mi asciugai gli occhi sulla manica della sua camicetta e mi sedetti diritta allontanando la faccia per guardarla. I nostri occhi si incontrarono e mi accorsi che anche lei aveva pianto. Le ultime lacrime restarono aggrappate al mento per un attimo prima di caderle dal viso.
Ti voglio bene”, disse e io ricominciai a piangere. Il soufflé stava bruciando nel forno.”


Un' altro personaggio che ho amato particolarmente è Ruby, la madre di Renata, o meglio, la mamma delle mamme. La prorompente e genuina signora aiuterà Victoria ad affrontare un evento del tutto inaspettato e non voluto, che la ragazza non riuscirà ad accettare: la sua maternità.

Un messaggio di speranza che infonde coraggio


Il linguaggio segreto dei fiori è un romanzo viscerale, che tratta tematiche serie, quali le adozioni, i legami familiari, la maternità, la depressione. E' soprattutto una storia di speranza, che lascia un dolce senso di appagamento, lo stesso che si prova dopo aver superato un ostacolo particolarmente spinoso.

Forse anche chi aveva vissuto isolato e senza affetti poteva imparare ad amare profondamente al pari di chiunque altro.”

L'amore può fiorire anche su di un cumulo di macerie. La famiglia che ci viene “imposta” dai legami di sangue non sempre può essere definita Famiglia. Famiglia è lì dove c'è Amore.


LA MIA VALUTAZIONE: ⭐⭐⭐⭐ / 5 

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