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domenica 7 aprile 2019

RECENSIONE | IL PICCOLO LIBRO DELL' IKIGAI di Ken Mogi


Titolo: Il piccolo libro dell' ikigai
 
Autore: Ken Mogi
 
Genere: Saggio
 
Editore: Einaudi
 
Anno edizione: 2018
 
Pagine: 176

Kenichiro “Ken” Mogi è un neuroscienziato, ricercatore e professore di Tokyo. Il suo lavoro lo porta spesso a viaggiare in giro per il mondo, quindi chi meglio di lui poteva riuscire nell'impresa di spiegare a noi occidentali in maniera esaustiva il significato del termine Ikigai? In questo libro fluido come lo scorrere di un fiume e chiaro come la luce del sole, l'autore giapponese funge da ponte sicuro tra
occidente e oriente, narrando di storie e di dettagli tipicamente nipponici con perizia e ironia. Trovare il nostro Ikigai non sarà forse un'impresa semplice e immediata, ma vi assicuro che leggere questo saggio straordinario può fornirvi una base solida da cui partire.


La domanda nasce spontanea: Cos'è l'Ikigai?

Letteralmente la parola Ikigai è composta da iki (vivere) e gai (ragione). In poche parole, si può definire come quella forza che ci spinge ad alzarci la mattina, quella gioia nel cuore onnipresente, nonostante le avversità. Le fondamenta sulle quali si regge il nostro Ikigai sono cinque:

Cominciare in piccolo
Dimenticarsi di sé
Armonia e sostenibilità
La gioia per le piccole cose
Stare nel qui e ora

Ogni punto viene spiegato e ripreso numerose volte nel corso dell'opera, alternando il racconto delle storie di chi vive con un forte senso di Ikigai, all'esposizione di particolari sulla cultura, le abitudini e le tradizioni della terra del Sol Levante. Il concetto di Ikigai non si può comprendere a fondo senza prima conoscere il cuore del popolo giapponese, perché è in esso che questa filosofia di vita si è plasmata nel corso dei secoli.

C'è una caratteristica principale che contraddistingue il popolo giapponese: la perseveranza (kodawari). Impegno, caparbietà e dedizione sono i pilastri sui quali si basa l'altissima qualità di beni e servizi offerti dal paese. Tutto inizia però dal primo passo (cominciare in piccolo), per poi arrivare alla perfezione. Un esempio lampante è il rinomato negozio di frutta Sembikiya, che nel tempo è arrivato a produrre il muskmelon, un melone di ottima qualità che viene venduto ad un prezzo molto elevato. Ricevere in dono un melone di Sembikiya equivale alla massima attestazione di rispetto. Può sembrare qualcosa di esagerato, ma se si pensa alla fatica che c'è dietro ad un prodotto così buono, sembrerà persino un prezzo irrisorio!

I giapponesi sono molto creativi. Tra le altre cose, amano inventare modi di dire per descrivere le loro sensazioni. Si parla ad esempio di simbolismo sonoro, ad indicare il gran numero di onomatopee quali bura bura (modo sciolto e disinvolto di camminare), kira kira (baluginio), ton ton (tamburellamento leggero) ecc...
La proliferazione di queste forme di espressione, utilizzate non solo nei manga ma anche nella vita di tutti i giorni a qualsiasi età, riflette l'importanza che assumono i piccoli momenti di vita quotidiana (la gioia per le piccole cose), il piacere dei sensi, e l'alleggerimento dal peso dell'io (dimenticarsi di sé). Il giapponese medio non ha bisogno di spinte motivazionali esterne, perché per essere felice si affida a dei semplici rituali quotidiani che rinvigoriscono corpo e spirito. Alzarsi molto presto la mattina e onorare la nascita del sole (armonia e sostenibilità), praticare il radio taiso (ginnastica ritmica scandita dalla musica via radio), concedersi una rigenerante passeggiata nella natura (shinrin yoku), preparare e offrire una fumante tazza di , sono solo alcune tra le tante abitudini radicate nella cultura giapponese.

Ciò che spinge Jiro Ono a preparare il sushi più buono e originale del Giappone, il maestro dell'animazione giapponese Haiyao Miyazaki a disegnare per ore ed ore senza ricevere un compenso poi così alto, piuttosto che gli hobbisti ad esporre i propri disegni al Comiket (fiera dei fumetti più grande del mondo) senza aspettarsi necessariamente un ritorno economico, non è l'ottenimento di un riconoscimento esterno, bensì il proprio senso di Ikigai. Assaporare il piacere di fare ciò che ci rende felici nel presente (stare nel qui e ora), senza pensare a quanto denaro potrà fruttarci, è l'inizio di un cammino che può avere come conseguenza delle entrate economiche in futuro, ma non deve essere quest'ultimo lo scopo principale.

Come trovare il proprio Ikigai

Di solito si tende a pensare che per essere felici siano indispensabili alcuni prerequisiti. Nell'ipotetica formula della felicità si deve possedere, o almeno poter accedere a elementi come l'istruzione, il lavoro, una relazione stabile, soldi. In realtà invece ricerche scientifiche sembrano dimostrare che nella vita degli esseri umani pochissimi elementi sono davvero indispensabili per garantire la felicità.”

Per avvicinarsi all'Ikigai è necessario ascoltare la propria voce interiore. Abbandonando gli stereotipi e concentrandosi su ciò che ci rende davvero felici è possibile fare entrare l'Ikigai nella nostra vita, ma non si tratta di una formula magica uguale per tutti, perchè siamo tutti diversi. A tal proposito, esiste un proverbio giapponese (junin toiro) che significa “dieci persone, dieci colori”, ad indicare che sensibilità e valori possono variare da individuo a individuo.

Il rispetto dell'individualità è però in contrasto con l'idea che si ha del popolo giapponese, conosciuto in tutto il mondo come un paese molto omogeneo dal punto di vista etnico e culturale. Ad esempio, domina ancora un sistema stereotipato sul matrimonio e sulla vita familiare ed esistono severe restrizioni in materia di immigrazione. Fin dall'antichità però i giapponesi hanno saputo escogitare dei trucchetti per tenere viva la propria individualità. Nel periodo Edo (1603-1868), quando furono emanate delle disposizioni che vietavano l'ostentazione del lusso, i mercanti usavano foderare all'interno i loro modesti indumenti con stoffe preziose.
Anche nel Giappone moderno si coltiva la propria individualità in segreto, una soluzione certamente liberatoria e che non cozza con la società. Non è raro quindi incontrare un diligente impiegato che di notte si trasforma in un musicista che si esibisce nei locali o in un artigiano che espone i suoi oggetti alle fiere nel fine settimana.

Perchè leggere questo libro

Potrei continuare ad esporre le tantissime informazioni e i molteplici esempi che vengono raccontati da Ken Mogi in questo libro eccezionale, ma mi fermo qui, anche perché non voglio privarvi del piacere di scoprire voi stessi tutto quello che questo saggio può insegnare.

Leggerlo è stato terapeutico e stimolante, perché oltre a farmi capire in maniera molto chiara cos'è l'Ikigai, mi ha permesso di aumentare il mio bagaglio culturale sul Giappone. Io credo che si tratti di un testo imprescindibile, sia per chi è interessato alla cultura nipponica sia per chi “si è perso” nella fitta rete della società attuale e ha bisogno di ritrovare il proprio giardino segreto.

La formula narrativa utilizzata dall'autore è deliziosa. Sembra di essere seduti in una sala da tè e di ascoltare le sue parole, rapiti dalla sua familiarità. Il testo è diviso in dieci capitoli, ciascuno dei quali contiene una graziosa illustrazione a tema alla fine.

VALUTAZIONE ⭐⭐⭐⭐⭐

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1 commento:

  1. Recensione interessante. Ho deciso di parlarne al pubblico ampio del Gruppo Fb "Camminare nel Parco dell'Inviolata" perchè riassumo molti concetti a noi vicini.

    Speriamo di annoverare anche Valeria tra i membri del nostro gruppo per poter rimanere in contatto più facilmente anche se distanti...

    https://www.facebook.com/groups/490557251933276/permalink/653865888935744/

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