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venerdì 22 maggio 2020

RECENSIONE | UN INCANTEVOLE APRILE di Elizabeth Von Arnim

 
Titolo: Un incantevole aprile
 
Autore: Elizabeth Von Arnim
 
Genere: Classici
 
Editore: Fazi
 
Pagine: 287
 
Anno edizione: 2017

Attendevo il mese scorso per leggere "Un incantevole aprile", romanzo perfettamente a tema del quale avevo sentito parlare molto bene, e che avevo recuperato l'anno scorso. Le mie aspettative erano quindi molto alte, e devo dire che, seppur non totalmente, sono state soddisfatte. Una cosa è certa: grazie a questo libro ho vissuto la vacanza ideale di cui avevo bisogno. In un periodo in cui non ci è stato concesso godere dello splendore della primavera, leggere queste pagine estremamente evocative è stato come immergersi realmente nell'incantevole sole tiepido e profumato di aprile.


La grande fuga

Il romanzo narra la storia di quattro donne inglesi, ognuna con personalità ed estrazioni sociali diverse, che decidono di trascorrere un intero mese di vacanza in Italia, precisamente a San Salvatore, un castello medievale situato sulla costa ligure a due passi dal mare. Fin qui niente di strano, se non si considera il fatto che le quattro donne in questione si conoscono a malapena. Ognuna di loro ha un motivo peculiare per lanciarsi in questa singolare esperienza, ma nessuna conosce realmente questo motivo; o meglio, tutte credono di aver semplicemente bisogno di un periodo di evasione, ma non sanno che ciò che troveranno a San Salvatore andrà ben oltre le loro più rosee aspettative.

La prima donna che incontriamo, e vero collante del variopinto gruppetto, è Mrs Wilkins, una donna insicura e repressa, sposata con un ambizioso avvocato. Come d'abitudine, quel pomeriggio piovoso si era era recata in un club per sole donne di Londra. Attirata da un annuncio sul Times, in cui si comunica la possibilità di affittare un castello in Italia per il mese di aprile, si immagina già lì, e inizia a sognare ad occhi aperti. Travolta dal fortissimo desiderio di trasformare in realtà quel sogno, si guarda attorno e nota Mrs Arbuthnot, una donna molto religiosa che conosce solo di vista; anche lei stava leggendo lo stesso annuncio. Sicura di scorgere in quella donna la stessa infelicità che attanaglia anche lei, Mrs Wilkins la avvicina e riesce, seppur timidamente, ad intavolare un discorso molto convincente sulla possibilità di rispondere al fantomatico annuncio e partire assieme. Effettivamente anche Mrs Arbuthnot, sposata con un uomo che per mestiere fa lo scrittore di biografie sulle amanti dei re, sente il bisogno di fare per una volta qualcosa per se stessa. Anche se sono tanti i timori e i sensi di colpa che le frullano per la testa, decide di dare voce a questa sua crescente urgenza di ristoro.

Si protese verso di lei. "Perchè non proviamo a prenderlo noi?", sussurrò.
Mrs Arbuthnot sgranò ancora di più gli occhi. "Prenderlo noi?", ripetè.
"Sì", disse Mrs Wilkins, ancora protesa in avanti, cme se temesse di essere udita dagli altri. "Inutile star qui a dire quanto sarebbe meraviglioso e poi tornare a Hampstead senza aver mosso neppure un dito, tornare a csa come al solito e occuparsi della cena e del pesce come facciamo da anni e continueremo a fare in eterno. E mi sembra", arrossì fino alla radice dei capelli per lo sgomento di ciò che diceva e che le usciva fuori inarrestabile, "che tutto questo non avrà mai fine. Ecco perchè dovrebbe esserci una pausa, qualche interruzione ogni tanto, per il bene di tutti. Insomma, non sarebbe mica da egoisti andarsene, essere felici per un pò, e poi tornare persone migliori, no? Tutti hanno bisogno di una vacanza dopo un pò".

Accorgendosi del fatto che entrambe non possono permettersi una vacanza così onerosa, e considerando che a San Salvatore ci sono ben otto posti letto, decidono di coinvolgere almeno altre due signore. A loro si uniranno quindi l'anziana Mrs Fisher, una donna rigida e fortemente attaccata al suo passato, popolato da scrittori e personaggi famosi dei quali ricorda ossessivamente ogni aneddoto, e Lady Caroline, una ragazza ricchissima e scostante, che conquista chiunque con il suo fascino disarmante.

"La Bellezza salverà il mondo"

C'è un tema ricorrente che permea l'intero romanzo, e che può essere definito come il messaggio intrinseco di questa storia: il potere straodinario della Bellezza. L'influenza positiva che attua San Salvatore trasuda da ogni pagina, ma ogni personaggio ha i propri tempi per germogliare alla luce del sole di quel luogo così ammaliante. Man mano che andiamo avanti nella lettura, assistiamo ad una sorta di metamorfosigenerale, che segue un percorso non sempre semplice e immediato, ma che porterà pian piano verso un'unica direzione: quella di una ritrovata e rinnovata visione di se stessi.

Mrs Wilkins è sicuramente il personaggio più luminoso e incisivo del romanzo. Ho provato simpatia per lei sin da subito, anche quando appariva come una donna dolente, ma estremamente sensibile e impulsiva. Ho adorato le sue continua allusioni al paradiso e le sue continue "visioni", un chiaro rifermento alla Legge di attrazione, un argomento interessantissimo che ho conosciuto una decina di anni fa grazie al film-documentario The Secret.

Sospirò.
"Non si sospira in paradiso, disse Mrs Wilkins. "Proprio no"
"Pensavo al desiderio di condividere tutto questo con le persone che ami".
"In paradiso non di devono avere desideri", disse Mrs Wilkins. "E' un luogo dove di si sente completi. E questo è un paradiso, non credi Rose? Guarda come ciascuna cose è in armonia con ogni altra, i denti di leone e i giaggioli, il banale e i raffinato, io e Mrs Fisher: siamo tutti benvenuti e ci mescoliamo e siamo evidentemente felici".
"Mrs Fisher non sembra felice, o almeno non lo daà a vedere". Mrs Arbuthnoit sorrise.
"Presto comincerà, vedrai".

Pensieri e parole

Lo stile di scrittura della Von Arnim è sicuramente brillante e originale, ma non complesso. Ho apprezzato sin da subito la sua raffinata ironia, che si manifesta soprattutto nell'analisi attenta e perpetua dei pensieri più intimi dei personaggi. Vi è una certa prevalenza dei flussi di coscienza rispetto al racconto dei fatti, dettaglio che in un primo momento ho gradito, ma che a lungo andare mi ha un pò annoiata, rendendo l'esperienza di lettura lenta. Mi riferisco soprattutto alla parte centrale del romanzo, in cui l'autrice si sofferma eccessivamente sulle riflessioni dei personaggi e troppo poco sulle vicende. In generale mi interessano molto le analisi psicologiche nei romanzi, ma in questo libro le ho trovate un pò eccessive.

"Quella mattina, dopo che la sera precedente avevano cenato tutte assieme, si svegliò pentita di essere stata così loquace con Mrs Wilkins. Che cosa l'aveva spinta ad agire in quel modo? Adesso Mrs Wilkins l'avrebbe ghermita come tutti e le sarebbe rimanta appiccicata per quattro settimane. Il solo pensiero le dava le vertigini. Sentendosi incoraggiata, Mrs Wilkins le avrebbe teso imboscate in giardino, aspettandola al varco ogni volta che usciva per salutarla con giovialità mattutina. E quanto odiava che la salutassero con giovialità mattutina, anzi, odiava i saluti in generale. No, avrebbe fatto meglio a non incoraggiarla la sera prima. Era stato un errore fatale."

La pace dei sensi

Ciò che ho amato particolarmente sono state le descrizioni paesaggistiche. L'ambiente naturale della costa ligure, raccontato con una penna poetica e straordinariamente evocativa, diviene anch'esso personaggio del romanzo. Da amante della natura, ho apprezzato moltissimo questo aspetto. E' stato come sentire realmente il profumo del glicine, i delicati raggi del sole, e tutte le sensazioni che si provano quando ci si immerge nella nostra meravigliosa primavera italiana.

Locandina del film del 1992
"Lo splendore dell'aprile italiano si raccoglieva ai suoi piedi; il sole la inondava di luce, il mare dormiva, muovendosi appena. Oltre la baia, le montagne, incantevoli con le loro squisite sfumature, erano anch'esse addormentate nella luce, e sotto la finestra, in fondo al giardino in pendenza costellato di fiori, si ergevano le mura del castello, e un alto cipresso sembrava una gigantesca spada nera che tagliava in due i blu e i viola delicati, le sfumature di rosa delle montagne e il mare.
Rimase a bocca aperta. Quanta bellezza... e lei era lì ad ammirarla. Quanta bellezza, e lei che ne godeva. Lei, con il viso immerso nella luce, con i profumi che entravano dalla finestra e la accarezzavano, con una brezza delicata che le muoveva appena i capelli. Al largo, nella baia, un gruppo di barche di pescatori stava sospeso sul mare calmo come uno stormo di uccelli candidi. Quanta bellezza, quanta. Essere ancor viva per vederla, essere riuscita a vederla, respirarla, sentirla... era incantata."
Di "Un incantevole aprile" esistono due trasposizioni cinematografiche; una del 1992 (della quale vi parlerò in maniera più approfondita nella  mia nuova rubrica dedicata al cinema) e una del 1935.

In definitiva, potrei descrivere questo romanzo come una "commedia degli equivoci psicologica". Un libro che consiglio soprattutto a chi ama le descrizioni naturalistiche e i flussi di coscienza, da leggere rigorosamente in aprile, per una perfetta e totale immersione nell'incanto primaverile.

VALUTAZIONE: ⭐⭐⭐⭐ / 5

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