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mercoledì 24 aprile 2019

RECENSIONE | SOSTIENE PEREIRA di Antonio Tabucchi


Titolo: Sostiene Pereira
 
Autore: Antonio Tabucchi
 
Genere: Narrativa
 
Editore: Feltrinelli
 
Pagine: 214
 
Anno edizione: 1996
 
La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.”

La letteratura dice la verità. Questo concetto, che evidenzia il peso della letteratura nelle nostre vite, mi ha fatto riflettere molto. Ogni storia merita di essere raccontata, ma sono poche quelle capaci di scavare un solco nell'anima per poi rimanerci. La storia di Pereira è certamente una di queste.

Tutto si svolge in un tempo molto ristretto, ossia nel mese di agosto del 1938, a Lisbona, una città piegata dal salazarismo e da un caldo opprimente.
Pereira è un uomo solo, che vive la sua esistenza proiettato nel passato. Rimasto vedovo
pochi anni prima, ha preso l'abitudine di parlare con il ritratto di sua moglie (che gli risponde sempre con un “sorriso lontano”), al quale racconta le sue giornate monotone, i suoi viaggi con la mente nei ricordi felici della giovinezza e il suo lavoro di giornalista presso il Lisboa, un modesto giornale del pomeriggio. Da poco tempo gli è stata affidata la pagina culturale, che lui cerca di curare con una certa libertà, pubblicando soprattutto le sue traduzioni di alcune opere francesi che ama particolarmente. In un giorno soleggiato fuori, ma piovoso nell'anima, Pereira legge su di una rivista un articolo filosofico sulla morte scritto da un certo Monteiro Rossi.

Quel bel giorno d'estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo. Sarà perché suo padre, quando lui era piccolo, aveva un'agenzia di pompe funebri che si chiamava Pereira La Dolorosa, sarà perché lui era grasso, soffriva di cuore e aveva la pressione alta e il medico gli aveva detto che se andava avanti così non gli restava più tanto tempo, ma il fatto è che Pereira si mise a pensare alla morte, sostiene.”

Senza pensarci troppo, decide di contattare l'autore dell'articolo e di assumerlo come collaboratore del giornale, affidandogli la scrittura dei necrologi anticipati di scrittori importanti, ma gli articoli del giovane Mointero Rossi sono tutti da cestinare, perché decisamente politici, e quindi scomodi. Nonostante ciò, Pereira conserva gli scritti in ufficio e non lo licenzia.

Pereira si alzò e gli tese la mano dicendogli arrivederci. Perché gli disse quelle cose mentre avrebbe voluto dirgli tutt'altro, mentre avrebbe voluto rimproverarlo, magari licenziarlo? Pereira non sa dirlo. Forse perché il ristorante era deserto, perché non aveva visto nessun letterato, perché si sentiva solo in quella città e aveva bisogno di un complice e di un amico? Forse per queste ragioni e per altre ancora che non saprebbe spiegare. E' difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira”

Oltre a Montiero Rossi, Pereira conosce anche la sua bella fidanzata, Marta. Sin da subito si rende conto del fatto che sono dei repubblicani e che sono impegnati in azioni sovversive in Spagna. Lui si definisce un letterato e giornalista che non si interessa di politica, ma qualcosa lo spinge a continuare a frequentarli e persino ad aiutarli, nascondendo un cugino di Monteiro Rossi.

Processo di purificazione

Preoccupato dal suo costante affanno, decide di chiamare il suo medico che gli fa notare l'urgenza di fare qualcosa per la sua salute minata da abitudini alimentari sbagliate e stress. Il medico gli suggerisce di passare un po' di tempo alle terme, dove potrà perdere peso e rilassarsi. Durante la settimana alle terme Pereira conosce il cordiale dottor Cardaro, al quale confessa i dettagli della sua amicizia con Monteiro Rossi e Marta. Dopo aver ascoltato le sue parole, il giovane medico gli espone la Teoria della confederazione delle anime. Secondo questa teoria dei dottori Ribot e Janet, la nostra personalità è come una confederazione di varie anime. Quella che viene chiamata il nostro essere, è solo un risultato che dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto nella confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l'io egemone e ne prende il posto, fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone.

Forse, concluse il dottor Cardoso, dopo una paziente erosione c'è un io egemone che sta prendendo la testa della confederazione delle sue anime, dottor Pereira, e lei non può farci nulla, può solo assecondarlo.”

Il Premio Campiello 1994 cammina un pò lentamente per molte pagine, ma senza risultare noioso. E' solo sul finale che troviamo una vera e propria “impennata” in termini di intensità. Un epilogo violento e splendido, che prima mi ha paralizzata e poi mi ha letteralmente estasiata.

Un amabile antieroe

Pereira è un personaggio al quale mi sono affezionata davvero tanto e che mi è rimasto nel cuore come pochi. Per molti potrebbe sembrare un antieroe, ma non io non la penso esattamente così. Attraverso le sue abitudini, a volte bizzarre, ho percepito la sua tenerezza e la sua grande umanità.

I fatti storici che accompagnano il romanzo sono certamente determinanti nelle vite dei protagonisti, ma io li ho visti più che altro come uno sfondo, perché è la dimensione morale del testo il vero motore delle vicende. I diversi riferimenti ad autori importanti quali Garcia Lorca, D' Annunzio e Mann, arricchiscono ulteriormente il testo, rendendolo quasi un inno alla letteratura.

Fino alla fine mi sono chiesta il perché dell'utilizzo continuo delle parole “sostiene Pereira”. Il nostro protagonista sostiene in tutto il libro, come se si trovasse in un tribunale a rilasciare una testimonianza. La nota dell'autore alla fine del romanzo ci spiega in parte questa scelta, oltre a raccontarci con umiltà e sensibilità il potere di un'intuizione.

Un romanzo necessario, oltre che eccezionale.

VALUTAZIONE ⭐⭐⭐⭐⭐

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