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sabato 25 maggio 2019

RECENSIONE | PICCOLI RACCONTI DI UN'INFINITA GIORNATA DI PRIMAVERA di Natsume Soseki


Titolo: Piccoli racconti di un'infinita giornata di primavera
 
Autore: Natsume Soseki
 
Genere: Racconti
 
Editore: Lindau
 
Pagine: 144
 
Anno edizione: 2017
 
I racconti contenuti in questo volume delizioso pubblicato dalla casa editrice Lindau sono 25 opere brevissime del cosiddetto “sommo scrittore” Natsume Soseki, un autore che non avevo ancora affrontato sino ad ora, ma che inseguivo già da molto tempo con grandissima curiosità.
Avevo aggiunto questa libro nella lista dei desideri su Ibs alcuni mesi fa, rapita dal titolo evocativo e dalla copertina meravigliosa. Ho deciso di acquistarlo di istinto il mese scorso, spinta dalla voglia di immergermi nell'atmosfera delicata della primavera giapponese.

Sia eterna la gioia di oggi”

In realtà, le giornate di primavera presenti in questa raccolta magistralmente tradotta e curata da Tamayo Muto, non sono storie dipinte sullo sfondo della fioritura dei ciliegi (sakura), ma racconti apparentemente diversi tra loro che si riferiscono alla vita dell'autore e che custodiscono un desiderio comune: quello di dilatare il tempo per poter godere delle sensazioni vissute in quell'istante unico, come se fosse un lungo e gioioso giorno di primavera.

Tutti i racconti apparvero inizialmente sull' Osaka Asahi Shimbun nel 1909 e vennero poi riuniti e pubblicati da Soseki l'anno successivo con il titolo Eijitsu Shohin.

Di seguito vi espongo le mie impressioni su alcuni fra i racconti che hanno lasciato un'impronta più significativa nel cuore e nella mente, suddividendoli in tre gruppi.

Frammenti di vita quotidiana

Dotati di uno spiccato senso di intimità, sono i racconti che mi hanno trasmesso le emozioni più intense.
In Il braciere, Soseki descrive le piccole emozioni provate in una tipica giornata invernale caratterizzata dal suo mal di stomaco (probabilmente dovuto all'ulcera, che gli provocò la morte all'età di 49 anni), i pianti interminabili del suo bimbo e il freddo contro il quale cerca di combattere in tutti i modi.
Mentre sotto una luce brillante sorseggio il sobayu caldo e ascolto il crepitare della carbonella appena aggiunta nel braciere, la fiamma rossa tremola fioca, in mezzo alla cenere; ogni tanto una lingua di fuoco bluastra guizza fra i pezzi di carbone. Guardando il colore di questa fiamma, per la prima volta sentì il tepore della giornata, così continuai a osservare per un po' di tempo la superficie della cenere che poco a poco diventava bianca.”
L'uccello di montagna è la struggente storia di un misterioso ragazzo molto povero, che entra in casa di Soseki con un manoscritto e l'ambizione di ricavare del denaro dalla vendita dei suoi scritti. La miseria è uno dei temi maggiormente affrontati dall'autore in questa raccolta, che riesce a mettere in luce le difficoltà dei personaggi con uno sguardo carezzevole.
Triste ma colmo di una forza del tutto speciale è La tomba del gatto, che racconta il lento declino di uno dei loro gatti, ponendo un blando ma incisivo accento sulla caducità della vita.
L'autoironia è invece ciò che caratterizza Capodanno, nel quale Soseki si esibisce in uan bizzarra interpretazione improvvisata di un brano di Hagoromo con il suo amico, nonché poeta di haiku e romanziere, Takahama Kyoshi. L'autore iniziò la sua carriera di scrittore proprio scrivendo haiku umoristici per la rivista Hototogisu.

Memorie dall'Inghilterra

Soseki ha vissuto un rapporto di amore-odio con la lingua inglese. Durante gli anni di studio fu bocciato all'esame finale, ma successivamente divenne uno studioso diligente della materia, divenendo persino docente di inglese a Tokyo. Nel 1900 fu incaricato dal Ministero dell'Educazione di recarsi in Inghilterra per compiere ricerche sulla letteratura inglese, dove passò due anni della sua vita che si rivelarono difficili a causa della solitudine e dell'ambiente tanto diverso dal suo amato Giappone.

Un sogno di tepore e L'impressione descrivono lo stato d'animo dell'autore che, trovandosi nel mare di gente che invadevano le strade di Londra con il viso tirato e il passo svelto, alzava spesso gli occhi al cielo, trovando schiere di edifici tutti uguali e una piccolissima striscia di cielo grigio. Solo e angosciato da quella realtà triste e omologata, perdeva spesso la strada di casa e vagava per le strade della città con un forte senso di estraneità.
In La nebbia, tutte le difficoltà descritte nei racconti sopra citati vengono amplificate dalla presenza del velo scuro provocato dalla spessa foschia londinese.
Mi fermai per un po' di tempo con aria assente, dentro questo colore brunastro opprimente. Ho la sensazione che accanto a me stia passando molta gente, ma non ne ho la sicurezza, se non quando ci urtiamo con le spalle. In quel momento, in quel mare oscuro vidi muoversi un punto non più grande di un pisello, di un giallo offuscato. Feci circa quattro passi in qella direzione; allora la mia faccia spuntò davanti alla vetrina di un negozio, nel quale è accesa una lampada a gas.”
Questi racconti silenziosi e rarefatti, mi hanno ricordato il romanzo di Italo Calvino Marcovaldo, un libro che ho letto e amato durante gli anni delle scuole superiori e che vorrei tanto rileggere.

Il professor Craig è il racconto più lungo contenuto nella raccolta, ed è forse l'unico nel quale Soseki non descrive la sua esperienza in Inghilterra con insofferenza. Qui emerge il ritratto vivido e sincero del suo professore di letteratura inglese, un originale studioso di Shakespeare un pò sbadato e burbero, con il quale l'autore continuò ad avere contatti anche dopo il suo rientro in Giappone.

Novelle e altri racconti


Interessanti e ricchi di riferimenti alle tradizioni sono i racconti che compongono quest'ultimo variegato gruppo.
Il kakemono, nel quale un uomo si vede costretto a svendere una preziosa pittura ereditata per poter acquistare una lapide da deporre sulla tomba della moglie, ne è un vivido esempio.
Uno dei racconti più suggestivi dell'intera raccolta è certamente La voce, nel quale le magia dei ricordi la fanno da padrone.
Quando spostò lo sguardo dall'albero al cielo, sentì all'improvviso una forte emozione. Dopo un po' di tempo, man mano che quell'emozione si placava, un un angolo di quel cielo fece la sua comparsa un ricordo che gli faceva sentire una grande nostalgia del suo paese natio, come se fosse stato disegnato in un punto lassù. Il punto era là, lontano, ma lo vedeva nitido come se si trovasse sopra la scrivania.”
Il caco è invece un racconto curioso, che descrive le abitudini e i giochi di Kii-chan, un bambino diverso dagli altri perché allevato in una famiglia iperprotettiva.

Alcuni racconti, come Il serpente, Il ladro, L'incendio e Kigensetrsu, sono caratterizzati da un finale a sorpresa o aperto, che mi hanno lasciato un senso di incompiutezza e di mistero.

Natsume Soseki
La scrittura di Soseki è una sapiente miscela di poesia e ironia, che si pone nel mezzo, tra letteratura pura e letteratura popolare. Da questo punto di vista, si può affermare che la produzione letteraria di Soseki rappresenta il passaggio dalla tradizione alla modernità, rendendosi pioniere di un genere del tutto nuovo e fonte di ispirazione per le generazioni future.

Con pennellate di colori diversi e sfumati, Soseki è stato capace di dipingere una tela meravigliosa, intrisa di ricordi e di storie fluttuanti. Un volume indispensabile per conoscere meglio, o iniziare a conoscere, questo autore così importante.

Nell'introduzione vi è la storia della vita di Natsume Soseki, segnata da numerose crisi depressive, dovute probabilmente a un'infanzia difficile e da alcuni episodi dolorosi. E' stato propria grazie alla scrittura che quest'uomo sensibile e coraggioso è riuscito ad alleviare i suoi tormenti, donando alla letteratura un apporto significativo e del tutto originale. 

VALUTAZIONE ⭐⭐⭐⭐ / 5 

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