Titolo:
Le voci del bosco
Autore:
Mauro Corona
Genere:
Narrativa
Editore:
Mondadori
Pagine:
120
Anno
edizione: 2017
Ogni
albero ha un suo carattere specifico, desideri e inclinazioni,
proprio come noi esseri umani. Detta così può sembrare un'idea
bizzarra, ma leggendo Le voci del bosco non solo ci crederete
fortemente, ma vi capiterà anche di riconoscere voi stessi e i
vostri amici nell'onesto larice, piuttosto che nel subdolo
sambuco o nella tenace betulla.
Dopo
più di cinquant'anni di vita nei boschi e di dialoghi con le
piante, Mauro Corona è giunto ad una conclusione: tutto in
natura ha una propria personalità, un linguaggio, un destino. Per
raccontarci le sue scoperte e le sue interessantissime riflessioni,
l'autore ha dato vita a questa favola realistica, in cui
vengono delineate le
caratteristiche di più di venti
alberi di montagna,
portando alla luce i suoi ricordi e rifinendo il
tutto con un pizzico di
acuta
immaginazione.
Radici
profonde, corteccia dura
Un disegno dell'autore |
Nato
e cresciuto a Erto, un minuscolo paese di montagna della
provincia di Pordenone, Mauro Corona ha conosciuto il valore degli
alberi sin da piccolo, quando i nonni gli insegnarono a riconoscerli
e ad amarli. Nonno Felice era un intagliatore di
oggetti in legno, e il piccolo Mauro lo osservava spesso mentre
lavorava, affascinato dal suo mestiere e dalle sue parole.
“Mio nonno parlava con gli alberi, li rispettava e gli voleva bene, nonostante fosse costretto a tagliarli per mantenere la famiglia.Per esempio mi chiedeva di tenere le mani attorno alla corteccia quando la incideva per fare gli innesti. Era convinto, e lo sono anch'io, che in quel momento l'albero provava paura, tremava e veniva assalito dalla febbre. Le mie mani strette a lui servivano a rassicurarlo, proteggerlo, aiutarlo a sopportare il dolore che il taglio gli procurava. Così diceva mio nonno.”
Oltre
al nonno, diversi boscaioli - uomini dalla scorza dura e dalla
saggezza infinita - hanno contribuito ad accrescere la conoscenza
della natura del noto scrittore. Tra di loro c'è stato ad esempio
Checco De Costantina, che con la sua statura piccola, le
spalle larghe e la barba lunga un metro, sembrava un autentico
folletto del bosco. Esperto cacciatore e alpinista, aveva sviluppato
un forte senso del pericolo. “L'è scura, no la te vèul!”
(E' corrucciata, non ti vuole!). Così si esprimeva l'uomo, quando la
montagna ostentava il tipico colore bluastro che precede un
imminente temporale.
“Noi
siamo alberi e gli alberi sono uomini”
L' acero
è il primo “albero-uomo” che incontriamo in questa insolita
passeggiata nel bosco al fianco di Mauro Corona.
“Devi tagliarlo solo in questo senso” spiegava mio nonno parlando dell'acero, “perché è un legno bello, elegante, ma di facciata.” Come tutte le cose solo appariscenti, è intimamente delicato e con un colpo di manéra, neanche tanto violento, lo puoi spezzare in due.E' un albero che in un primo momento sembra forte e sicuro di sé, invece ha un carattere fragile che si arrende subito e si lascia dominare. Si comporta come quelle persone che, di giorno, ostentano una sicurezza e una forza che in realtà dentro non hanno e, al calar del sole, vengono immancabilmente prese dall'ansia per la notte scura che si avvicina.”
Incontriamo
poi il superbo agrifoglio, che non vuole né invecchiare né
essere avvicinato, ma solo ammirato, l'inquietante acacia, che
è come una donna taciturna che vive nella sua torre, difesa dalle
sue lunghe spine acuminate, l'abete bianco, il saggio signore
del castello per il quale tutti gli altri alberi nutrono rispetto
assoluto, il sensibilissimo e sinuoso frassino, il vanitoso
noce, e così via.
Ogni
albero mi ha trasmesso emozioni diverse e tanta curiosità. In
particolare, ho percepito una grande compassione e al contempo
ammirazione per il pioppo, il più sfortunato tra gli abitanti
del bosco, ma anche il più generoso per noi lettori.
“Egli appartiene, come socio fondatore, alla sterminata categoria dei disgraziati che popolano la Terra, a quel vasto numero di persone che non hanno alcun pregio e neanche la salute. Dispone di pochissime qualità, il pioppo, e con il suo legno non puoi neanche fare fuoco, ché brucia male e a stento anche da secco. Sulla Terra si sente inutile. […]Ma è con la morte che avviene il riscatto e si realizza concretamente la parabola evangelica secondo la quale gli ultimi saranno i primi.Stritolato dalle macine e pressato, il pioppo si trasforma in carta per offrire rifugio alle parole che danno vita ai grandi capolavori della letteratura. Sulle sue fibre è stato stampato il Cantico dei Cantici. Sui suoi fogli sono stati tracciati i disegni dei Maestri. Le sue pagine conservano la testimonianza della crescita culturale nei millenni.”
Un disegno dell'autore |
La
prosa fluida e spontanea di Mauro Corona non soffre
minimamente per la mancanza di capitoli. Tutto ciò che l'autore ci
vuol raccontare è un discorso unico e ben collegato, dal quale è
praticamente impossibile staccarsi.
La
profondità e la genialità delle teorie di Mauro
Corona mi hanno letteralmente entusiasmata, pagina dopo pagina,
albero dopo albero, così come la sua scrittura genuina,
dettata direttamente dal cuore e dalla sua sconfinata
saggezza. Ogni frase di questo testo mi ha conquistata, e mi
ha spinta ad andare avanti nella lettura con il sorriso sulle labbra e lo stupore negli occhi.
Il
volume è intervallato dai bellissimi disegni eseguiti
dall'autore, che rappresentano la maggior parte degli alberi
descritti, ma anche alcuni oggetti che si possono ottenere dalla
lavorazione del legno e altre illustrazioni che rispecchiano la sua anima
visionaria.
Mauro Corona |
Mauro Corona è un uomo che ama incondizionatamente Madre Natura,
la montagna, gli abitanti del bosco e il suo paese d'origine, nel
quale vive tutt'oggi. Questo è un aspetto che traspare in ogni
singola riga, così come è palpabile il rispetto che egli nutre per
la sua Terra, un sentimento che alimenta ogni giorno attraverso le
sue tante attività. Scrittore, scultore ligneo, alpinista,
sportivo, personaggio televisivo. Quest'uomo non è solo un
artista a tutto tondo, ma anche una vera forza della natura,
che sento di stimare profondamente, in ogni sua singola e originale
sfaccettatura.
VALUTAZIONE: ⭐⭐⭐⭐⭐ / 5
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