PREMIO STREGA – PROPOSTI IBS.IT

lunedì 28 settembre 2020

RECENSIONE | LIBRO D'OMBRA di Junichiro Tanizaki

Titolo: Libro d'ombra

Autore: Junichiro Tanizaki

Genere: Saggio

Editore: Bompiani

Pagine: 96

Anno edizione: 2000


Molti e spinosi problemi dovrà affrontare il giapponese che conosca almeno un poco l'architettura del suo paese, e desideri una dimora tradizionale, non priva tuttavia di comfort. In primo luogo, come sistemare gli impianti della luce elettrica, del gas, dell'acqua corrente, senza che decoro e armonia dell'ambiente siano turbati? Vari espedienti si renderanno necessari: lo si può constatare non solo per esperienza diretta, ma anche guardandosi intorno, in alberghi e ristoranti fedeli alla tradizione.”


Esordisce così Junichiro Tanizaki nel suo “Libro d'ombra”, un breve saggio pubblicato nel 1933 che raccoglie le riflessioni dell'autore nipponico in merito al processo di occidentalizzazione che stava subendo il Giappone in quel perdiodo. Partendo dai cambiamenti che dovette apportare lui stesso all'interno della sua abitazione tradizionale per renderla più confortevole, Tanizaki intavola una sorta di pacata difesa della civiltà orientale, riflettendo principalmente sull'uso che viene fatto delle luci e delle ombre in Occidente e in Oriente, sia a livello pratico, sia dal punto di vista emozionale.

Il titolo originale di questo volume era Elogio dell'ombra, ma l'editore fu costretto a cambiarlo in “Libro d'ombra” perchè esisteva già, con lo stesso titolo, una raccolta poetica di Jorge Luis Borges. Effettivamente sarebbe stato il titolo più appropriato per questo saggio, in quanto il cuore del discorso di Tanizaki è proprio l'attrazione che ha sempre nutrito il popolo giapponese in generale - e l'autore stesso in particolare - per l'oscurità.

Il fascino del non visto

Il percorso alla scoperta del “piacere dell'ombra” intrapreso dallo scrittore giapponese inizia con il luogo in cui passiamo le ore più intime delle nostre giornate: la casa. La scelta di non illuminare eccessivamente gli ambienti in una casa tradizionale giapponese - come avviene invece in Occidente - diviene sinonimo di rilassatezza e magia. In una casa tradizionale giapponese la luce viene accuratemente filtrata dagli shōji, pannelli che dividono i vari ambienti realizzati in carta di riso montata su un telaio in legno. Ci sono punti della casa che restano costantemente in penombra, ed è proprio lì che un oggetto in legno scuro laccato e impreziosito da decarazioni in oro potrà essere ammirato, in tutto il suo splendore.


Un cofanetto, un tavolo minuscolo, una mensola a muro, tutti quegli oggetti in legno laccato così spesso decorati con disegni in polvere d'oro o d'argento, possono, se una luce troppo intensa vi cade, offendere gli occhi, e apparire lampanti, e persino volgari. Ma lasciate che, per qualche tempo, le tenebre li intridano, e poi esponeteli non agli splendori del sole e dell'elettricità, ma ai deboli guizzi di un lume a olio o di una candela: subito assumeranno uno fisionomia grave, sobria, nobilmente riflessiva”


Interni di una casa tradizionale giapponese

Il discorso di Tanizaki abbraccia poi i più disparati aspetti della vita quotidiana. Parla di oggetti, ambienti e sensazioni con tangibile e profondissimo amore verso le tradizioni millenarie del suo Paese. Ad esempio, descrive la diversità intrinseca che esiste a livello tattile ed estetico di oggetti come la carta, le penne, l'argenteria, le pietre preziose ecc... Sempre troppo bianchi, sgargianti o perfettamente lindi e “duri” in Occidente; opachi, vissuti, sobri e “morbidi” in Oriente. Tutto, dall'architettura al teatro, dai connotati fisici al ruolo della donna, assume fascino nell'arte di nascondere e svelare, grazie ad un gioco sapiente di luci e - soprattutto - di ombre.

Persino il gabinetto viene nominato e analizzato dall'autore con accuratezza e fervore.


Tra i sommi piaceri dell'esistenza Natsume Soseki annoverava le evacuazioni mattutine: piacere fisiologico, che solo nel gabinetto alla giapponese, fra lisce pareti di legno dalle sottili venature, mirando l'azzurro del cielo e il verde della vegetazione, si può assaporare sino in fondo. Insisto: sono necessari una lieve penombra, nessuna fulgidezza, la pulizia più accurata, e un silenzio così profondo che sia possibile udire lontano un volo di zanzare. Senza tali requisiti non si dà gabinetto ideale.”


Ovviamente qui si parla di circa un secolo fa, quando le abitazioni giapponesi non erano quelle che conosciamo adesso. Soprattutto in città come Tokyo, dove le case contemporanee sono piccolissime, i bagni si trovano all'interno delle stesse e sono dotati di sofisticati apparecchi tecnologici, che avrebbero fatto scrivere molte altre pagine pacatemente indignate al tradizionalista Tanizaki, se solo avesse vissuto sino ad oggi!

La natura in tutte le cose

Diversamente dall'Occidente, che ha concentrato la sua attenzione sulla vista e sul “mirare sempre più in alto” (ne sono un esempio le alte cattedrali), l'Oriente ha privilegiato sensi come il tatto, l'olfatto, i suoni. Anche un semplice brodo caldo in una ciotola in legno laccato scuro (perchè la porcellana bianca rivela troppo di ciò che l'affamato deve avere il piacere di scoprire pian piano ad ogni boccone), può significare per un giapponese molto più di un pasto.


Ogni volta che odo brusire il brodo caldo contro le paretu della ciotola di legno – ed è un rumore sommesso, simile a un lontano coro di insetti autunnali, che mi invita a meditare sulla ciotola e sul suo contenuto -, mi sento colmo di una gioia estatica. Deve essere simile, questo stato di ebrezza, a ciò che prova il maestro del tè, quando, nel suono dell'acqua dentro il bollitore, crede di udire il vento stormire tra i pini.”


Ramen giapponese

Conservazione e contaminazione

La critica dello scrittore si rivolge fondamentalmente alla passività orientale nell’accettare e applicare modelli dettati da altre cività. Si chiede quindi il perchè di questo atteggiamento, e come sarebbe il Giappone se non si fosse omologato ai gusti e alle scoperte proposte da un sempre più “luccicante” Occidente.


Davvero modesti, lo ammetto, erano i progressi da noi compiuti negli ultimi cinquecento anni. Chi viaggia nelle campagne della Cina o dell'India, scopre modi di vita appena mutati dai tempi di Confucio i di Buddha. Forse, se fossimo rimasti fedeli a noi stessi, non avremmo assaporato i frutti dello sviluppo; semplicemente, avremmo indugiato in modi di vita a noi più congeniali. O magari, a modo nostro, avremmo lentamente progredito. Nessuno può dire se un giorno saremmo arrivati a fabbricare un tram, un aereo, una radio equivalenti a quelli che oggi usiamo, e che tuttavia più armoniosamente si accordassero con i nostri bisogni.”


In sostanza, il ragionamento di Tanizaki non è molto lontano dai pensieri che attraversano le nostre menti anche oggi. In un mondo sempre più diviso tra i vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione, ci chiediamo spesso quanto stiamo realmente progredendo. L'ho trovata quindi una lettura molto attuale, oltre che estremamente interessante da tutti i punti di vista.

Elogio della letteratura

La scrittura di Junichiro Tanizaki è come sempre diretta, avvolgente, sensuale. Di suo avevo già letto diversi romanzi e racconti, ma solo leggendo questo suo saggio ho potuto conoscerlo più da vicino. Le parole che sceglie per descrivere le tradizioni, gli usi e i costumi del suo popolo sono sempre cariche di passione, mentre le sue riflessioni in merito a ciò che non approva del mutamento in atto nel suo Giappone sono sempre gentili e dotate anche di un lieve e inaspettato pizzico di ironia

Junichiro Tanizaki

Il testo è diviso in 16 capitoli, ciascuno dei quali affronta argomenti differenti, ma perfettamente collegati tra loro. Si tratta di un discorso unico e omogeneo, in cui la divisione in capitoli serve al lettore per fare una piccola “pausa di riflessione”, in un crescendo di curiosità. Memorabili le ultime 20 righe, in cui lo scrittore pone l'accento sul ruolo della letteratura nel mantenimento dell'identità di un popolo ricco di peculiarità, come lo è sempre stato il popolo giapponese.

VALUTAZIONE: ⭐⭐⭐⭐⭐ / 5

LINK PER L'ACQUISTO:

IBS

LIBRACCIO 

LAFELTRINELLI

[N.B. Il Blog è affiliato a IBS, LIBRACCIO e LAFELTRINELLI. Questo vuol dire che se farai i tuoi acquisti tramite i miei link, io riceverò una piccola commissione, che riutilizzerò per alimentare il blog acquistando nuovi libri da leggere e da recensire.
ATTENZIONE: TU SPENDERAI LA STESSA CIFRA CHE AVRESTI SPESO ANDANDO DIRETTAMENTE SUL SITO, quindi a te non costa davvero nulla! Grazie di cuore a chi deciderà di sostenere il blog]


 

 

 

2 commenti:

  1. Grazie della partecipazione e della recensione, molto accurata!! Questo saggio mi ispira fin da quando l'ho studiato all'università, non ho ancora avuto occasione di leggerlo ma spero di farlo presto! ❤️

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Rossella per averla letta! :* E' una vera chicca, lo rileggerei già :D

      Elimina