Titolo:
Cronache marziane
Autore: Ray Bradbury
Genere: Classici moderni / Fantascienza
Editore: Mondadori
Pagine: 271
Anno edizione: 2016
Cronache Marziane è una raccolta di 28 racconti che narrano di una surreale colonizzazione del pianeta Marte da parte dei terrestri.
Scritto e pubblicato negli anni '50 da Ray Bradbury, è stata ed è tutt'ora un'opera futuristica unica che offre al lettore interessanti spunti di riflessione, nonché una trasparente rappresentazione della storia americana di quegli anni.
I racconti seguono un ordine cronologico, dal 1999 al 2026, ma non sono legati tra loro in maniera evidente.
Sono infatti rarissimi e piuttosto vaghi i riferimenti tra un racconto e l'altro, quindi ogni storia risulta avere “vita propria”, pur facendo parte della medesima epopea principale.
Cronache umane
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non si tratta di un libro di fantascienza, o meglio, non in senso stretto. Questo particolare appare evidente sin da subito, in quanto non sono presenti descrizioni puramente scientifiche né elementi di astronomia. E' chiaro che all'autore stava a cuore principalmente indagare la psiche, le inquietudini e le bizzarrie degli esseri umani, più che raccontare tecnicamente un viaggio nello spazio. La scienza diviene quindi il “campo di battaglia” utile a Bradbury per esplorare le dinamiche mentali dell'uomo, sempre alla ricerca della felicità al di fuori di se stesso.
Man mano che si prosegue con la lettura, emerge un concetto essenziale e sconvolgente: invece di coltivare e risanare ciò che abbiamo, tendiamo a distruggere e ricostruire altrove. Commettendo sempre gli stessi errori, ci ritroviamo puntualmente al punto di partenza. Un po' come “il gatto che si morde la coda”, ci affanniamo tanto per poi ricadere nei soliti comportamenti. L'esigenza di disfarci di ciò che non ci piace, ci spinge a fuggire dalla nostra “casa”, ma è davvero questa una soluzione? Fin quando non ci spoglieremo delle nostre tendenze, nessun pianeta vergine, nemmeno il più lontano, ci regalerà il paradiso che cerchiamo.
Oltre ad affrontare tematiche umanistiche e dinamiche sociali, “Cronache marziane” smaschera anche alcuni aspetti propri del periodo storico in cui Bradbury ha vissuto, come la schiavitù, la povertà, l'ambiente e la guerra.
Il ritmo del vuoto
Non tutti i racconti risultano essere scorrevoli e coinvolgenti al pari di altri. Tra quelli che ho letto con maggior trasporto, cito sicuramente “Il contribuente”, “La terza spedizione” “...And the moon be still as bright”, “Su negli azzurri spazi”, “Usher II”, “Il marziano”, “Stagione morta”, “Le città silenti”, “I lunghi anni” e “Cadrà dolce la pioggia”.
La lentezza propria di alcuni di essi è motivata, forse, dalla volontà dell'autore di trasmettere il senso di vuoto e di calma che può suscitare un luogo quasi totalmente deserto. Rare ed evanescenti sono infatti le apparizioni dei marziani, che vengono descritti principalmente come delle proiezioni dei pensieri dei terrestri, risultato di delle strane e a volte inquietanti connessioni telepatiche.
“C'era un gran silenzio nella notte fonda di Marte, il silenzio che regna in un pozzo freddo e buio, con le stelle che scintillavano nelle acque dei canali e, respirando in ogni stanza, i bambini si rannicchiavano coi ragni d'oro stretti fra le dita, gli amanti mano nella mano, tramontate le due lune, fredde le torce, deserti gli anfiteatri marmorei.”
La scrittura ammaliante di Ray Bradbury, che conosco in realtà da soli tre anni, mi ha rapita anche questa volta. Considero questo autore un genio assoluto, in quanto ha la capacità di rendere poetica, piacevole e accattivante qualsiasi trama. Nelle sue storie assurde e originali, è sempre presente anche un pizzico di malinconia, caratteristica che amo particolarmente nei suoi scritti.
Un confronto
Leggendo “Cronache Marziane”, non ho potuto non pensare ad un'altra raccolta di racconti di Bradbury che ho letto due anni fa e che ho amato davvero tanto: “Paese d'ottobre”. Pubblicato alcuni anni dopo “Cronache Marziane”, e considerato dallo stesso Bradbury le sue “Cronache Terrestri”, è certamente meno celebre, ma merita anch'esso di essere letto perchè i racconti autoconclusivi in esso contenuti sono persino più affascinanti e straordinari di quelli presenti in questo famosissimo capolavoro. Si tratta ovviamente del mio parere personale.
E se accadesse davvero?
E' stato molto appassionante e curioso constatare come in questo libro, scritto 50 anni prima del periodo descritto, l'autore abbia immaginato un futuro non troppo lontano che coincide con il nostro presente. Probabilmente le scoperte astronomiche di quegli anni facevano pensare ad una prossima colonizzazione del pianeta rosso? Questo non è ancora avvenuto, ma equalora dovesse accadere, non avrà certamente nulla in comune con il l'universo fantasioso, suggestivo e magnifico descritto dall'ingegno di Ray Bradbury.
VALUTAZIONE ⭐⭐⭐⭐⭐